INTRODUZIONE

Zoraida in Granata. Melodramma eroico in due Atti, musicato da Gaetano Donizetti su libretto di Bartolomeo Merelli, rappresentato per la prima volta a Roma, Teatro Argentina, il 28 gennaio 1822. L’opera fu ripresa a Roma, nello stesso Teatro, il 7 gennaio del 1824 col libretto revisionato da Jacopo Ferretti. La parte di Abenamet fu riscritta per il contraltista Mazzanti.

LA PARTITURA MANOSCRITTA

Il manoscritto autografo è all’Archivio Ricordi di Milano, ma a Bergamo, al Museo Donizetti, esiste una partitura manoscritta dei due atti di 448 cartelle, le ultime delle quali autografe (I. 2a. A. a/7).

IL LIBRETTO

Solisti della prima rappresentazione al Teatro Argentina di Roma, il 28 gennaio 1822:
Almuzir – tenore – interpretava l’assassino (Domenico Donzelli)
Almanzor – basso – (Gaetano Rambaldi)
Zoraida- soprano – la figlia del re (Maria Ester Mombelli)
Abenamet – tenore – il capo degli Abenceraghi (Amerigo Sbigoli)
Ines – mezzosoprano -(Gaetana Corini)
Alj Zegri – basso – nella parte del capo delle guardie (Alberto Torri)

I PROTAGONISTI

Abencerrajes (gli Abenceraghi) deriva dall’arabo ibn, che significa figlio, e serrach, sellaio. Si tratta d’una nobile famiglia araba, vissuta nel regno di Granada, oggetto di molte persecuzioni, che culminarono nel 1485 circa con l’uccisione dei suoi più importanti membri. Le tristi vicende ispirarono numerose opere, tra le più significative della letteratura spagnola. L’argomento fu ripreso da autori romantici. Jean Pierre Claris de Florian scrisse nel 1791 Gonzalve de Cordue ou Grenade reconquise e Francois René de Chateaubriand ne trasse il romanzo Les aventures du dernier Abencéraje. Abenamet e Zoraide era stato composto dal musicista Giuseppe Nicolini su libretto di Luigi Romanelli, tratto da Florian e messo in scena al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre 1805.

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