INTRODUZIONE

La Zingara è un melodramma semiserio in due Atti, musicato da Gaetano Donizetti su libretto di Andrea Leone Tottola, tratto da La petite bohémienne di Louis Charles Caigniez, messo in scena a Parigi il 7 novembre 1816. Donizetti musicò La Zingara tra il febbraio e il maggio del 1822 e la fece rappresentare a Napoli, nel Teatro Nuovo, il 12 maggio del 1822.

LA PARTITURA MANOSCRITTA

A Napoli, a San Pietro a Maiella, c’è una copia manoscritta dell’opera di 232 cartelle e un’altra in due volumi di 179 e 114 cartelle (Donizetti. Rari 13.7. 10). Al Museo Donizetti di Bergamo è conservato l’Atto primo manoscritto di 184 cartelle (I. 2a. A. a/6). L’opera completa per canto e piano è stata pubblicata da F Lemoine fils éditeurs, con testo italiano, per un totale di 227 pagine.

IL LIBRETTO

Solisti della prima rappresentazione al Teatro Nuovo di Napoli, il 12 maggio del 1822:
Argilla – mezzosoprano – (Giacinta Canonici)
Ines – soprano – (Caterina Monticelli)
Fernando – tenore – (Marco Venier)
Don Ranuccio Zappador – basso – (Carlo Moncada)
Don Sebastiano Alvarez – basso – (Giuseppe Fioravanti)
Duca d’Alziras – tenore – (Alessandro Busti)
Papaccione – buffo – (Carlo Casaccia)
Amelia – soprano – Francesca Ceccherini)
Ghita – soprano – (Clementina Grassi)
Manuelita – soprano – (Marianna Grassi)
Antonio Alvarez – tenore – (Raffaele Sarti)
Sguiglio – tenore – (Raffaele Casaccia)
Coro di domestici di Zappador e di zingari

LA TRAMA

L’azione si svolge in una città dell’Andalusia

Atto I

Don Ranuccio è nobile e vuole che sua figlia, innamorata del giovane Fernando, sposi il ricco Antonio. La zingara Argilla aiuta i due innamorati e scopre il piano di Don Ranuccio, che intende assassinare il duca d’Alziras, geloso della sua nomina a primo ministro. Don Ranuccio tiene prigioniero Don Sebastiano nel suo castello. Sopraggiunge il duca d’Alziras.

Atto II

Argilla rivela a Fernando il progetto criminale e libera abilmente Don Sebastiano. Sventato l’assassinio, il duca scopre d’essere stato salvato da suo fratello Fernando, mentre Antonio viene a sapere d’essere il nipote di Don Sebastiano. Don Ranuccio è perdonato e confinato nel castello. Argilla, grazie al medaglione che la madre le aveva lasciato, conosce d’essere la figlia di Don Sebastiano, rapita quand’era bambina.

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