INTRODUZIONE

La Lettera Anonima è una farsa in un Atto di Giulio Genoino, tratta dal dramma Mélite, ou Les fausses lettres di Pierre Corneille (Parigi, 1630), composta da Donizetti tra il maggio e il giugno 1822 e messa in scena a Napoli, Teatro del Fondo, il 29 giugno 1822.

LA PARTITURA MANOSCRITTA

L’Archivio Ricordi di Milano conserva la partitura manoscritta autografa, mentre a Napoli, al Conservatorio di San Pietro a Maiella, ce n’è una copia manoscritta (Donizetti. Rari 13. 4. 2).

IL LIBRETTO

Solisti della prima rappresentazione al Teatro Nuovo di Napoli, il 12 maggio del 1822:
Melita – mezzosoprano – vedova e segreta amante di Filinto (Teresa Cecconi)
Contessa – soprano – nella parte della (Giuseppina Fabré)
Don Macario – buffo – lo zio di Rosina (De Franchi)
Rosinai – soprano – promessa sposa di Filinto (Flora Fabri)
Filinto – tenore – il capitano di marina (Gian Battista Rubini)
Lauretta – soprano – cameriera della contessina (Raffaella de Bernardis)
Giliberto – basso – nel ruolo del maestro di casa (Giovanni Pace)
Flagiolet – buffo – il maestro di ballo (Calvarola)
Coro di servi, camerieri, un suonatore di violino che non parla

LA TRAMA

L’azione si finge a Napoli, e propriamente nella casa del conte

Atto unico

Sala elegantemente ammobiliata: in un canto sarà messo uno specchio. All’alzarsi della tela si vedrà .

A Napoli, nella casa del conte Don Macario, la vedova Melita si è innamorata del capitano di marina Filinto e vuole impedire le nozze di costui con la bella Rosina, nipote di Don Macario. Scrive perciò una lettera anonima e fa credere alla ragazza che Filinto sia già sposato. La serva Lauretta è accusata falsamente d’essere l’autrice della lettera, ma Melita si pente e confessa la colpa. Rosina e Filinto si sposeranno.

SCENA ULTIMA

Rosina
io le perdono, e tutto obblio …
E tu Filinto mio, cui nuovo affanno involontario io diedi, ai torti miei perdonerai?

Filinto
Me’l chiedi? Io t’amo tanto! (con trasporto) Misei sì cara!

Rosina
Sarai tu mio?

Filinto
Sì , sarò tuo.

Rosina e Filinto
Fra pochi istanti ai piè dell’ara questa promessa confermerò. Allora Imene di pura giogia le sue catene ci spargerà . E la costanza con dolce modo sul casto nodo riposerà .

Tutti
(fuor che Rosina e Filinto)
Or che pace l’amor ne guida
Si bandisca ogn’ingrato pensier;
e alla coppia diletta sorrida
tra le danze felice il piacer

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