Nel maggio del 1814 Gaetano Donizetti fu ammonito per iscritto dal Consiglio della Misericordia:

L’allievo Donizetti si verifica negligente in tutti li oggetti delle di lui incombenze.

Ma queste note, in fondo marginali nella carriera del compositore, non arrecarono punizioni gravi, espulsioni o altri guai disciplinari.
Il carattere esuberante tornò anzi utile a Donizetti, almeno per forzarlo a visitare teatri, suonare nelle orchestre e fare esperienza di musica.

– maestro e allievo –

Mayr continuava a passargli consigli e insegnamenti, durante le lezioni o le passeggiate didattiche, che il bavarese considerava momenti ideali di trasmissione maestro – allievo.
Profondo conoscitore dei musicisti classici, Mayr ne aveva studiato stile e carattere, con sistema apparentemente semplice ed effettivamente produttivo. Egli passava ore a copiare i lavori di Haydn, Mozart, Beethoven e Gluck, concentrandosi sulla struttura armonica e l’equilibrio orchestrale, calato in ricche combinazioni timbriche. Anche da vecchio continuerà a copiare per imparare, infaticabile, quando la vista gli mancava ed era costretto a segnare le note come grandi macchie d’inchiostro.
Il gusto estetico di Donizetti doveva forgiarsi su quelle discussioni mayriane, riguardanti i personaggi famosi di Palestrina, Monteverdi, sino ai neoclassici viennesi, sui librettisti o sul comportamento non troppo imprevedibile di cantanti e impresari.
Da quel generoso Maestro e secondo padre Donizetti trasse l’amore per il genere cameristico e strumentale, un poco raro tra gli italiani, almeno alla fine del Settecento e agli inizio dell’Ottocento.
Mayr continuò pazientemente a forgiare l’allievo, evitando di chiamarlo Maestro, sino all’opera Anna Bolena, che egli interpretò nel 1830 come lo svezzamento definitivo.
Gli insegnamenti bergamaschi, affidati alle Lezioni Caritatevoli e alla comunicazione orale delle lunghe camminate, non bastavano più . Già a fine d’anno s’era fatta seria l’intenzione di muoversi e di tentare la strada di Rossini, trasferendosi per pochi anni a Bologna a studiare con Padre Stanislao Mattei.
E poi ritornare, sognando i successi nel Teatro musicale di Bergamo, di Milano, Roma, Venezia e magari Napoli.

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