il buon gusto esteso all’Europa

Il buon gusto musicale della Scuola di Napoli venne esteso in tutta Europa, e là naturalizzato da Domenico Terradellas di Barcellona, che studiò in Sant’Onofrio con Francesco Durante.

Giuseppe Dol di Baviera, uscì dai Poveri di Gesù Cristo e fu allievo di Scarlatti e di Durante.

Giovanni Francesco Espié de Lirou di Parigi divenne l’allievo di Nicola Piccini (Niccolò Piccinni). Henri-Joseph Rigel di Franconia apprese invece da Niccolò Jommelli.


dalla terra al cielo

Grétry apprese dal Casale. Negli Essai de Musique del’edizione di Parigi, dice che la Scuola italiana è la migliore che esista, tanto per la composizione che per il canto. La melodia degli Italiani è semplice e bella. Con qual piacere io mi trovai ad un tratto in vasti prati smaltati di fiori dove si sarebbe detto che un genio benefico m’avesse trasportato dalla terra al cielo. Ma quale fu la mia sorpresa, quando intesi i canti italiani! Questa fu la prima lezione che ricevetti in un paese al quale io correvo per istruirmi. Le contrade settentrionali d’Europa non hanno mai prodotto artisti segnalati che non abbiano fatto un soggiomo in Italia. Sembra di certo che questo sia il tributo da pagarsi a quel clima privilegiato, che in ricompensa ne assicura la loro riputazione.»


Maestri di scuola napoletana in Europa

Geveaux di Bazieres, Antoine-Fréderic Gresnik di Liegi, e Isouard di Malta studiarono con il Sala. Honoré  Langlé (poi membro del Conservatorio di Parigi) imparò dal Cafaro. Della Maria di Marsiglia fu discepolo di Paisiello. Abos e Choron impararono da Banesi allievo di Leonardo Leo. Rodolphe di Strasbourg fu invece discepolo del Traetta e di Jommelli.


Mozart per studiare va a Napoli

Amadé Mozart fu dal padre condotto in Napoli nel 1770 ad apprendere dai maestri napolitani le buone regole musicali ed il buon gusto della nostra scuola. A somma nostra gloria bisogna ricordarsi che tra gli stranieri usciti dalla scuola di Napoli si contano Adolfo Hasse (detto il Sassone) allievo dello Scarlatti, ed il celebre Giuseppe Haydn che studiò con Nicola Porpora. Non dimentichiamo che con Giacomo Tritto fece severi studi l’egregio Meyerbeer. Qui pure ricevettero insegnamento e vennero ad ispirarsi Herold, e i grandi maestri della Germania Haendel, Gluck, Schwanbergen, e Mozart. Tutti appresero nei conservatorii di Napoli o dai maestri napoletani usciti dalla nostra scuola. Sicchè noi ripetiamo col Grossi, che l’Europa colta ha ammirato attonita ed ammira questa famosa scuola, e da essa ha preso il modello e le regole per emendare un’arte così nobile.


Composizioni in apparenza nuove

Lulli di Firenze, invitato da Luigi XIV a Parigi, divenne il riformatore della musica francese, che la tolse dalla scipitezza in cui languiva sino ad allora. Spianò con il suo genio la via a coloro che lo seguirono. Più tardi Sacchini e Piccini furono anch’essi i rigeneratori del Teatro lirico Francese, ed altri diffusero i lumi di quest’arte sublime in tutta la Germania. Così che se oggi le composizioni dei Tedeschi ritornando a noi sembrano nuove, gli intelligenti dell’arte che attentamente le considerano vi riconoscono con chiarezza lo svolgimento di quei principi stabiliti e insegnati da Francesco Durante e da Leonardo Leo.

Statua di Niccolò Piccinni
Statua di Niccolò Piccinni

E le bell’arti ad illustrare imprendi

Per noi e per l’Italia è una gloria aver ripristinato prima d’ogni altra nazione un’arte musicale così bella! Degna di quel saluto che ai bei tempi di Roma dedicò a lei il gran Poeta di Mantova, Virgilio:

Io ti saluto, terra di Saturno,
Madre di frutti e d’uomini feconda:
Degne di laudi l’opre tue primiere,
E le bell’arti ad illustrare imprendi.


(Il testo è liberamente tratto dal Cenno storico sulla Scuola Musicale di Napoli di Francesco Florimo, trascritto e reinterpretato da Luca Bianchini)


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