Donizetti era a Parigi, per il suo debutto nella capitale francese. Anche Bellini era stato scritturato nella stagione del Thé’tre des Italiens e aveva ottenuto un grandissimo successo con i Puritani. La tragedia lirica in tre Atti di Donizetti Marin Faliero andò in scena il 12 marzo con Giulia Grisi, Lablanche, Rubini e Tamburini, gli stessi interpreti che avevano cantato nell’opera di Bellini, ai quali si aggiunse il russo Ivanov. L’opera riscosse un notevole successo anche se inferiore a quello tributato al lavoro del collega catanese.

– il ritorno a Napoli –

La positiva esperienza parigina lo portò a riprendere i suoi impegni nella città partenopea con quasi un mese di ritardo. La situazione dei teatri napoletani era disastrosa sia per la cattiva gestione, sia per l’ottusa censura. Donizetti doveva comporre una nuova opera per il San Carlo e dopo mesi di ritardo fu deciso il soggetto e il librettista.
L’opera era Lucia di Lammermoor e il poeta era Salvatore Cammarano, che aveva grande dimestichezza con l’ambiente teatrale e aveva ottenuto al San Carlo anche l’incarico di direttore di scena.
Questo fortunatissimo incontro tra Donizetti e Cammarano generò il capolavoro, l’opera romantica per eccellenza, al centro della quale sta il conflitto tra amore e morte.
Il 26 settembre Lucia di Lammermoor trionfò a Napoli e la notizia del successo si diffuse rapidamente in tutta la penisola.

– la morte di Bellini –

La notizia della morte di Vincenzo Bellini, avvenuta il 23 settembre vicino a Parigi, toccò profondamente Donizetti. Sebbene il compositore siciliano fosse sospettoso verso il collega bergamasco, l’atteggiamento di Donizetti nei confronti di Bellini fu comunque sereno e di sincera stima.
In onore del musicista scomparso Gaetano compose il Lamento per la morte di Bellini per voce e pianoforte, una Messa da Requiem e una Sinfonia per orchestra su motivi belliniani.

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