Il massimo successo della sua carriera di musicista ventinovenne Donizetti l’ottenne al San Carlo di Napoli con il melodramma eroico L’Esule di Roma o Il proscritto, rappresentato il giorno di Capodanno. Il compositore disponeva anche di un cast d’eccezione con Adelaide Tosi, Berardo Winter e il basso Luigi Lablache che interpretò a meraviglia la grande aria dell’allucinazione di Murena.
In segno di riconoscenza Donizetti dedicò a Lablache la cantata per voce e pianoforte sul testo dantesco del Conte Ugolino.

– il nuovo contratto –

La fama del compositore era ormai solida entro i confini napoletani. Gaetano riuscì quindi a strappare al Barbaja un nuovo contratto decisamente più favorevole: si impegnava a comporre due opere all’anno (non più quattro) e con un compenso di 500 ducati ciascuna (anzichè 200).

– a Genova –

Donizetti fu chiamato insieme a Rossini, Bellini e Morlacchi a comporre un’opera per l’inaugurazione del Teatro Carlo Felice di Genova, dedicato al sovrano piemontese. La scelta cadde su Alina regina di Golconda che il 12 maggio ottenne una  accoglienza molto calorosa.

– le nozze –

Dopo i successi genovesi, Gaetano potè tornare a Roma e sposare la dolce e gentile Virginia Vasselli. Il matrimonio venne celebrato in giugno e non furono presenti i familiari dello sposo.
I genitori del musicista non conobbero mai direttamente la giovane nuora.
Non fu un matrimonio lungo nè felice: durò circa dieci anni e fu segnato dalla morte dei due figlioletti e della stessa Virginia avvenuta nel 1837 a causa del morbo della sifilide che Donizetti aveva contratto.

– il trasferimento a Napoli –

La sosta romana durò pochi giorni e i coniugi Donizetti partirono alla volta di Napoli dove alloggiarono in un appartamento vicino al San Carlo.
Il compositore riprese il lavoro e sul testo di Gilardoni realizzò il melodramma semiserio Gianni di Calais.
Per Donizetti fu un altro successo, lodato anche dal corrispondente napoletano della Gazzetta musicale di Milano.
Alcune arie dell’opera per canto e pianoforte furono pubblicate nel 1830 dall’editore Giovanni Ricordi.

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