Frutto del nuovo incontro col librettista romano Jacopo Ferretti fu l’opera buffa in due Atti Olivo e Pasquale che il 7 gennaio entusiasmò il pubblico del Teatro Valle di Roma. La storia era tratta dall’omonima commedia di Antonio Smeone Sografi realizzata a Venezia nel 1794.

– il fidanzamento ufficiale –

Il 25 marzo Donizetti annunciava al padre il suo fidanzamento con Virginia Vasselli, e lo rassicurava magnificando le virtù morali della ragazza e prospettando un agiato futuro economico cui avrebbe contribuito anche la sua consistente dote.

– il contratto col Barbaja –

Il pressante bisogno di accasarsi spinse Gaetano a stipulare un contratto capestro con l’impresario Barbaja che lo impegnava a comporre dodici opere in tre anni in cambio di 200 ducati ciascuna; inoltre per 50 scudi al mese accettò anche di dirigere l’orchestra del Teatro Nuovo di Napoli.

– la nuova opera napoletana –

Il primo lavoro scritto per la gestione Barbaja ottenne grande successo e fu il melodramma romantico Otto mesi in due ore che andò in scena il 13 maggio 1827 al Teatro Nuovo. Segnò anche la prima collaborazione del compositore col librettista Domenico Gilardoni.
Di quest’opera Donizetti curò anche l’allestimento scenico preoccupandosi delle decorazioni, delle luci, dei costumi, dimostrando di essere uomo di teatro completo, con una visione totale della rappresentazione, che si ritroverà più avanti in Verdi.

– un lavoro di routine –

Il borgomastro di Saardam opera buffa in due Atti ambientata in Russia, fu allestita al Teatro del Fondo il 19 agosto incontrando il favore del pubblico napoletano.
Il libretto fornito dal Gilardoni non presentava alcuna novità e altrettanto ovvia e manierata risultò la scrittura musicale. Il successo fu assicurato grazie alla compagnia di canto, dominata da tre grandi protagonisti: il soprano Carolina Ungher, il tenore Berardo Winter e il basso Raffaele Casaccia.

– Donizetti librettista –

Sempre pressato dalla necessità di denaro, sia per le richieste del padre (da anni Gaetano provvedeva anche al mantenimento dei familiari), sia per esigenze proprie, approntò una farsa in un Atto intitolata Le convenienze teatrali, rielaborando personalmente il testo di due lavori di Sografi. Il 21 novembre al Teatro Nuovo il successo fu clamoroso e  quando l’opera venne ripresa nel 1831 per essere rappresentata a Milano fu trasformata in dramma giocoso in due Atti col titolo definitivo di Le convenienze e inconvenienze teatrali.

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