– l’allestimento delle Nozze in villa –

Le Nozze in Villa a Mantova non ebbero l’esito sperato, probabilmente per i capricci della diciottenne primadonna Eckerlin, estesisi a tutta la compagnia di canto. La solista, già interprete della parte en travestì dell’Enrico di Borgogna, era venuta a litigio irrimediabile con l’impresario Zancla. Secondo Merelli, nei Cenni biografici, c’erano alcuni pezzi riusciti caduti solo per questi suoi capricci. Per altri l’opera buffa era già minata dalle novità musicali, che volevano scostarsi prematuramente dalla moda rossiniana.
Il soggetto delle Nozze era tratto da Die Deutschen Kleist’dtler, dell’austriaco August von Kotzebue (Vienna, 1802). La copia manoscritta delle Nozze in villa è alla Biblioteca Nazionale di Parigi. Donizetti aveva già scritto la musica nel 1819, che venne eseguita proprio nel carnevale del 1820, la stagione quindi successiva, al Teatro Vecchio di Mantova.
Il compositore dovette sopportare il fiasco inesorabile e i fischi impazienti del pubblico, risolvendosi infine ad aderire con maggior forza al gusto rossiniano imperante.

Donizetti mi dimostrò essere nella necessità di attaccarsi al genio rossiniano per assecondare il gusto della giornata, e che una volta avesse potuto farsi un po’ di strada, non mancherebbe certo di slanciarsi a modo suo
(dalle Note biografiche su Donizetti dell’amico Marco Bonesi)

– altre composizioni sacre –

Donizetti continuò a comporre musica sacra: il Kyrie a 4 voci e orchestra è datato 20 maggio 1820. Il manoscritto autografo è al S. Pietro in Maiella di Napoli (Donizetti. Rari 4. 2. 6/3).
Seguono il Gloria in do maggiore a 3 voci e orchestra, il cui autografo di 26 cartelle è a S. Pietro a Maiella di Napoli (Donizetti. Rari 4. 2. 7/3) e il Credo concertato in do maggiore a 3 voci (soprano, tenore e basso) con orchestra e strumenti obbligati, sempre a S. Pietro a Maiella (Donizetti. Rari 4. 2. 5/8).

– a dicembre la chiamata alle armi –

Nel mese di dicembre il governatore austriaco di Milano imponeva a Donizetti la chiamata alle armi. Egli entrava, purtroppo, in una delle cinque classi di leva 1795 – 1800. Un bel grattacapo, per il compositore, obbligato a servire l’Austria per otto anni e in momenti difficili, essendo scoppiata la Rivoluzione nel Regno di Napoli e tumulti in Piemonte e nel Lombardo Veneto, dove l’amico Pietro Maroncelli era stato condannato a morte, insieme a Silvio Pellico, per essere un cospiratore e carbonaro. I meriti musicali e forse l’interessamento di Mayr ancora lo sottrassero ai rischi della guerra, sottoponendolo al torchio degli impresari. Ma il merito maggiore l’ebbe la nobildonna Marianna Pezzoli Grattaroli, grata per i tanti pezzi pianistici a lei dedicati, che pagò probabilmente il denaro sufficiente a evitare la coscrizione a lui e all’amico Dolci.  Donizetti ricordò per lettera la brava signora e la perse poi di vista. Morirà di colera nel 1836.

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