Edoardo Catemario in concerto, con la Orquesta Filarmonía e il Coro di Brno.

Tutto appare più umano – Quando il confronto fa bene alla musicologia

 22 giugno 2025 Luca Bianchini Mozart, Libri

C’è chi preferisce il dibattito aperto, chi si firma, e chi si traveste da Artifex o Mandrake. Qui la discussione è pubblica, la critica benvenuta, l’anonimato lasciamolo ai supereroi.

C’è chi ama discutere, chi preferisce sussurrare dietro pseudonimi, chi scrive recensioni anonime nei forum e chi invece ha il coraggio di firmare le proprie idee, anche quando non coincidono con quelle della maggioranza.
In questi giorni mi sono imbattuto in un post di Edoardo Catemario – chitarrista internazionale, musicista curioso e, soprattutto, spirito libero – che mi ha colpito per chiarezza, intelligenza e ironia.
Lo ripropongo perché rappresenta molto bene lo spirito che da sempre anima il nostro lavoro su Mozart: mettere in discussione miti consolidati senza distruggere la bellezza della musica, cercare risposte, non dogmi, e invitare tutti – amici e detrattori – a un confronto leale, senza scomuniche preventive.

“Tutto appare assai più umano”
di Edoardo Catemario

“Ho letto il libro ‘Mozart la caduta degli Dei’ di Luca Bianchini e Anna Trombetta già qualche tempo fa. Faceva eco ad altri studi di Taboga e Enzo Amato che pure avevo letto con curiosità e interesse. Credo che gli studi volti a completare quadri anche consolidati siano sempre i benvenuti.

‘Mozart, la caduta degli dei’ è invece oggetto di un articolo che recita nientemeno ‘giù le mani da Mozart’. Ora, io non entro nel merito, essendo un musicista ed una persona di indole curiosa leggo e cerco di capire, se posso.

Ho avuto la fortuna in questi due giorni di poter scambiare qualche battuta con il capofila (credo) dei detrattori dei due libri su Mozart che ho letto (e che mi sono piaciuti a dire il vero!): al secolo il professor Michele Girardi (che non posso taggare perché mi ha appena bannato). Il professore, pure assolutamente certo della pochezza del lavoro di Bianchini e Trombetta, non ha accettato il mio invito a comparire il 29 settembre a Cremona per intavolare una civile discussione sui temi (a quanto dice si sposa un suo amico caro) con i due autori del libro. A quanto pare non può nemmeno in altra occasione se non previa ‘risposta’ a sue argomentazioni apparse nella sua recensione. Qui comincia il bello!

Ma la cosa che mi lascia ancora più perplesso è che l’articolo non è firmato, è opera di un certo ‘Artifex’ personaggio che se non esce dall’anonimato ha la stessa validità scientifica di Mandrake o Superman.
Riassumendo: un musicologo, cattedratico, rifiuta un confronto diretto con due musicologi che hanno scritto sei libri sull’argomento ritenendo che essi debbano risposte scientifiche prima del dibattito aperto. [...]

Ecco, Mozart incarna la quintessenza di tutto il troppo bello che io posso immaginare: bellezza musicale, numero di opere in catalogo, talento precoce, carriera fulminante e anticonvenzionale, diversità di stili etc… poi, leggendo il libro di Bianchini Trombetta tutto appare assai più umano.
Questo cambia il mio apprezzamento nei confronti della musica? No! Non più di quanto non cambi il mio apprezzamento per l’Iliade sapere che non sia stata opera unicamente di Omero.
Invito tutti i miei amici ancora in possesso di spirito critico a leggere il libro e tutti i miei amici musicologi che non si riconoscono nel metodo usato da questo (o altro) loro collega ad accettare un sereno confronto pubblico su di un argomento così caro a tutti noi: Mozart e se siano o no ‘caduti gli Dei’.”
– Edoardo Catemario

Perché condivido queste parole?

Perché, diciamocelo, la vera ricerca non ha paura del confronto, del dissenso, né delle domande scomode.
Soprattutto oggi, dove spesso chi non si allinea viene prima ignorato e poi “bannato” – letteralmente – dal dibattito pubblico (ogni riferimento a fatti e persone NON è puramente casuale).

  • Abbiamo scritto sei libri su Mozart, decine di articoli, eppure i principali detrattori continuano a:
    • nascondersi dietro nickname più creativi dei titoli dei nostri libri (“Artifex”, “Mandrake”, “Superman” e manca solo Batman),
    • chiedere risposte “scientifiche” senza accettare un vero contraddittorio,
    • parlare di “metodo” senza mai voler parlare di contenuti.

Nel frattempo, chi si prende il tempo di leggere – davvero leggere, senza pregiudizi – scopre che umanizzare Mozart non significa sminuirlo, ma comprenderlo nella sua grandezza reale, storica, documentata.
E se qualcuno, tra i musicologi “istituzionali”, accetterà mai un confronto pubblico, la porta resta spalancata.

Il mio invito

La storia della musica, come tutte le storie umane, si nutre di domande, di dubbi, di confronti. Non di tifoserie né di censure preventive.
Ringrazio ancora Edoardo Catemario per la franchezza e la lucidità delle sue parole.
A chi legge dico solo: non fermatevi alle recensioni anonime, leggete, ascoltate, criticate pure, ma con il coraggio della propria firma.
La bellezza di Mozart non si difende vietando le domande. Si difende capendo quanto fosse straordinariamente umano.

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