INTRODUZIONE

Otto mesi in due ore è un melodramma romantico in tre parti, musicato da Gaetano Donizetti tra il gennaio e il maggio del 1827 su libretto di Domenico Gilardoni, tratto da La figlia dell’esiliato, ossia Otto mesi in due ore di Luigi Marchionni. L’opera venne rappresentata per la prima volta a Napoli, Teatro Nuovo, il 13 maggio 1827.

LA PARTITURA MANOSCRITTA

Al Conservatorio di Firenze è custodita una copia manoscritta della partitura in tre volumi (D. III. 223 – 225). Un’altra copia manoscritta è a Napoli, San Pietro a Maiella, (Donizetti. Rari  13. 5. 15). Al Conservatorio di Milano c’è una partitura manoscritta in due volumi di 160 e 129 pagine (Part. Tr. ms. 88). Sempre al Conservatorio di Milano, al fondo Noseda, è una copia manoscritta di 139 pagine per la parte prima, 109 per la parte seconda e 75 per la terza. Anche al Conservatorio di Bologna esiste una copia manoscritta in due volumi.

IL LIBRETTO

Solisti della prima rappresentazione a Napoli, Teatro Nuovo, il 13 maggio 1827:
l’Imperatore – tenore – (Manzi)
il gran Maresciallo – basso – (Giuseppe Fioravanti)
Stanislao Potoski – tenore – il Conte (Giuseppe Loira)
Fedora – mezzosoprano – la Contessa sua moglie (Servoli)
Elisabetta – soprano – loro figlia (Caterina Lipparini)
Maria – mezzosoprano – nutrice di Elisabetta (Francesca Ceccherini)
Michele – buffo – di lei figlio e corriere di governo (Gennaro Luzio)
Iwano – basso – già boiardo, ed ora tragittatore al passo del Kama (Vincenzo Galli)
Alterkan – basso – capo di un’orda di Tartari (Raffaele Scalese)
Orzak – tenore – altro capo tartaro (Giuseppe Papi)
Coro di cavalieri, Tartari, montanari, contadini e Soldati

LA TRAMA

L’azione si svolge nella prima parte in Saimka; nella seconda sulle rive del Kama; nell’ultima in Mosca

Parte prima

Il boiardo Iwano ha complottato ai danni di Stanislao Potoski, esiliandolo in Siberia. La figlia Elisabetta vuol vendicare il padre e si reca a Mosca, chiedendo aiuto a Michele, figlio della nutrice Maria.

Parte seconda

Iwano è traghettatore sul fiume Kama. Sopraggiunge Elisabetta, che gli chiede di passare. Lui la riconosce e implora il suo perdono, per aver tradito il padre. Alterkan, a capo di un gruppo di Tartari, entra nella capanna di Iwano, scopre Elisabetta e minaccia d’ucciderli entrambi. Iwano difende la ragazza, denunciando il tradimento, e mette per iscritto la confessione. Il fiume straripa e Iwano muore, mentre i Tartari traggono in salvo Elisabetta.

Parte terza

Al Cremlino Elisabetta incontra il Gran Maresciallo, complice di Iwano, che tenta di sottrarle la confessione scritta. Invano. L’imperatore lo punisce e richiama a Mosca Potoski, attribuendo a lui il titolo di Gran Maresciallo. Conclude l’opera un’improbabile inno di gioia.

SCENA ULTIMA

… Imperatore
Qual piacer sia pel sovrano,
render lieti gl’infelici,
non sarà l’accento umano,
mai bastante a dispiegar.

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