INTRODUZIONE

L’esule di Roma, ossia Il proscritto o Settimio il proscritto è un melodramma eroico in due Atti composto da Gaetano Donizetti nell’inverno del 1827, su libretto di Domenico Gilardoni, tratto dalla tragedia Il proscritto romano, ossia Il leone del Caucaso (Venezia, 1820) di Luigi Marchionni. L’Esule di Roma venne rappresentato per la prima volta a Napoli, al Teatro San Carlo, il primo gennaio del 1828.

LA PARTITURA MANOSCRITTA

La partitura manoscritta autografa di 253 cartelle è a Napoli, al Conservatorio San Pietro a Maiella (Donizetti. Rari 3. 6. 24).

IL LIBRETTO

Solisti della prima rappresentazione a Napoli, Teatro San Carlo, il primo gennaio del 1828:
Murena – basso – senatore (Luigi Lablache)
Argelia – soprano – sua figlia (Adelaide Tosi)
Emilia – mimo – sorella minore d’Argelia
Settimio – tenore – già tribuno ora proscritto (Berardo Winter)
Leontina – mezzosoprano – confidente di Argelia, e destinata alla cura di Emilia (Edvige Ricci)
Publio – baritono – generale dell’armi spedite contro la Sarmazia (Celestino Salvatori)
Lucio – tenore – centurione (Gaetano Chizzola)
Fulvio – tenore – decurione (Capranica – figlio -)
Coro di congiunti di Murena, confidente di Publio, schiave di Argelia
popolo, soldati, littori, sacerdoti, prigionieri sarmati

LA TRAMA

L’azione si svolge a Roma, all’epoca di Tiberio

Atto I

Settimio è esiliato, ma è ritornato a Roma per rivedere l’amata Argelia. Il senatore Murena, padre di Argelia, si rode per il rimorso d’aver fatto ingiustamente condannare Settimio per tradimento. Settimio reca ad Argelia le prove scritte della sua innocenza, ma è scoperto e catturato. Murena implora Settimio di fuggire con la figlia, ma egli rifiuta, preferendo la condanna a morte all’infamia.

Atto II

La pena capitale sta per compiersi nell’arena, ma il leoni risparmiano miracolosamente Settimio, che è perciò graziato dall’Imperatore Tiberio. Murena confessa le sue colpe e il Senato, pur perdonandolo, lo rimuove dalla carica. Argelia e Settimio possono felicemente riunirsi.

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