Il 13 febbraio da Napoli Donizetti scriveva con orgoglio al padre:
Scrissi per mia serata una Commedia ridotta in farsa, I pazzi per progetto, e riuscì brillantissima: sarà perchè son ben veduto, ma io qui tutto ciò che faccio, tutto va bene.
Il testo fornito da Domenico Gilardoni, ambientato in un manicomio e confezionato con esilaranti trovate comiche e grottesche, consentì al compositore di scegliere un originale accostamento di voci, due soprani e cinque bassi, che entusiasmò il pubblico partenopeo.
Inoltre l’incasso della rappresentazione era andato a beneficio del compositore, costituendo un altro motivo di soddisfazione personale.

– Il Diluvio Universale –

Con questa azione tragico-sacra in tre Atti Donizetti inaugurò la stagione di quaresima del 1830. La prima rappresentazione al San Carlo del Diluvio Universale si risolse in un completo insuccesso, dovuto alla disattenzione del soprano che interpretava la parte di Sela, il quale anticipando la sua entrata trasformò il concertato finale in una stridente accozzaglia di suoni.
Anche l’impiego di inefficienti macchinari per il galleggiamento dell’arca contribuì a far degenerare nel ridicolo tutta la messinscena.

– il capolavoro –

Dopo l’infelice esito di Imelda de’ Lambertazzi rappresentata al San Carlo il 23 agosto, che segnò la fine della collaborazione di Donizetti col librettista Tottola, il musicista ottenne l’incarico dagli impresari del Teatro Carcano di Milano di comporre la prima opera per la stagione di Carnevale cioè per il 26 dicembre.
Si  trattò di Anna Bolena, una tragedia lirica in tre Atti su testo di Felice Romani che fu accolta trionfalmente dal pubblico milanese e che assicurò a Donizetti la considerazione della critica e la fama europea.
Anche il cast della prima fu straordinario: Anna era interpretata da Giuditta Pasta, il famoso soprano drammatico d’agilità all’apice della sua carriera;
Riccardo era il dolcissimo tenore Giovanni Battista Rubini per il quale Donizetti scrisse una parte ricca e sviluppata;
mentre Enrico VIII era il famoso basso Filippo Galli, già interprete celebrato del repertorio rossiniano.
Successo, trionfo, delirio, – scriveva Gaetano alla moglie sull’esito della prima – pareva che il pubblico fosse impazzito, tutti dicono che non ricordano di aver assistito mai ad un trionfo siffatto. Io ero così felice che mi veniva da piangere….

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